Recensione di Patrizia Vitrugno per Limina Teatri

14 ottobre 2021

Una finestra sul mondo con il Festival PerformAzioni di Instabili Vaganti

Il confine come opportunità, la distanza (fisica) come risorsa. E poi una finestra, sia essa reale o virtuale poco importa. Di certo non fa differenza per la Compagnia Instabili Vaganti che dal 2004 ha fatto delle frontiere uno stimolo a nuovi incontri. Come quelli vissuti al LABOratorio San Filippo Neri di Bologna in occasione del PerformAzioni International Workshop Festival l’evento culturale che da dieci edizioni rende protagoniste nel capoluogo emiliano le arti performative. È qui che Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola, anima, cuore e corpo della Compagnia Instabili Vaganti, hanno portato in scena in anteprima Lockdown Memory #Fase 2 (regia e drammaturgia di Dorno, testi di Pianzola e musiche originali di Riccardo Nanni).

Ha ancora senso il teatro oggi? È la grande domanda che gli Instabili Vaganti si pongono e ci pongono e che permea l’intera conferenza-spettacolo. La risposta – non banale né scontata – è sì e lo dimostra ogni singolo momento di questo racconto denso di incontri e di scambi. Grazie alla rete, la distanza si azzera e gli artisti che la Compagnia ha raccolto attorno a sé nel progetto internazionale Beyond Borders sono assieme, vicini anche se distanti migliaia di chilometri, a raccontarsi paure e speranze in un tempo improvvisamente fermo e dilatato in cui l’uomo, prima ancora che l’artista, si interroga sulla propria vita. Lockdown Memory #Fase 2 è una grande tela su cui teatro, video- arte e film documentario si alternano come colori complementari a disegnare una storia nella quale ognuno di noi può ritrovare un po’ della sua. Una vera e propria memoria collettiva.

E quindi ecco Sun Young Park dalla Corea del Sud, Juliana Spinola dal Brasile, Anuradha Venkataraman dall’India, Cecilia Seaward dagli Stati Uniti o ancora Jesus Quintero dalla Colombia, Ana Gabriela Pulido dal Messico, Maham Suahil dal Pakistan, Jialan Cai e Yuwei Jiang dalla Cina e Danial Kheirkhah dall’Iran. La vita quotidiana che si intreccia con i grandi temi sociali che, insieme all’emergenza sanitaria, hanno attraversato il mondo intero: dalle proteste del movimento Black Lives Matter negli Stati Uniti alla rivolta sociale in Cile, dall’esodo di massa dalle megalopoli indiane al ritorno alla normalità, dopo la tragedia, nella città di Wuhan. Ognuno di essi racconta la propria storia nella grande storia. Testimonianze dirette che si alternano a performance sul palco che Dorno e Pianzola cuciono insieme in maniera drammaturgicamente vigorosa e toccante. Gli Instabili Vaganti ci dimostrano, ancora una volta, che esiste un nuovo modo di condivisione artistica e che il teatro è come una finestra spalancata sul mondo. Loro lo sanno e la loro storia lo dimostra: da sempre in viaggio, il loro è un teatro che si nutre dell’incontro con l’altro e che da questo trae la sua linfa vitale.