Recensione di Luciano Ugge per In the Net

24 Settembre 2021

Lockdown memory a PerformAzioni 2021. Una tre giorni per ripensare il teatro in presenza

Instabili Vaganti presentano, nell’ambito della X edizione di PerformAzioni International Workshop Festival, il secondo studio dello spettacolo Lockdown Memory (#Fase 2) – un lavoro molto complesso che ha, nella commistione di recitato, musica, videoarte e danza il suo punto di forza. La Compagnia, composta da Anna Dora Dorno – regista – e Nicola Pianzola – performer – dà vita a un suggestivo incontro che permette agli spettatori di conoscere la loro attività artistica, svolta principalmente nel corso di lunghi viaggi di lavoro, tra i vari continenti. Momenti di riflessione sulle culture incontrate si alternano a considerazioni sul trascorrere del tempo e sulla necessità di fruirne nel migliore dei modi. La musica di Riccardo Nanni ci accompagna in questo viaggio nello spazio e nel tempo, sottolineando e amalgamando i vari mondi. Sonorità in grado di trasportarci presso altre culture, assecondando ritmi lontani e azioni presenti aumentandone la suggestione.
Le azioni sul palco si alternano ai ricordi, ai momenti vissuti e alle realtà incontrate. Un modo per attirare l’attenzione sulle esigenze di popoli e Paesi a noi lontani, superando quei confini immaginari o ideologici, fisici o economici, che ci dividono. Confini diventati ancor più impenetrabili in questo periodo ‘oscuro’, durante il quale siamo stati convinti che rintanarsi – in casa o nel proprio Paese – sia l’unica possibilità per sopravvivere. L’azione teatrale di Instabili Vaganti è tesa, al contrario, al superamento di tali barriere/confini e al nostro coinvolgimento in realtà che hanno vissuto la medesima situazione pandemica in modo differente – anche manifestando contro quei poteri dispotici che hanno strumentalizzato la malattia per conservare il proprio potere. Le immagini, sovrapponendosi all’azione agita in scena, permettono di riportare al centro dell’attenzione proprio il corpo del performer, con la sua realtà tangibile – che è uno dei punti cardine di questo lavoro. Una performance metateatrale laddove si ragiona anche sul fare teatro, sul dietro le quinte: un modo per dire che il teatro deve essere un intermediario, se vuole avere un senso, tra spettatori e attori, tra performer, tra esseri umani, collegando universi e culture con esigenze anche diverse perché in grado di parlare e agire all’interno di ogni specifica realtà. Un teatro che ha bisogno del pubblico come il pubblico ha bisogno del teatro. La necessità, per Instabili Vaganti, di continuare a seminare pensieri positivi nella speranza che qualcuno o qualcosa, quei semi, li raccolga. Un lavoro in formazione ma che già dimostra le capacità registiche di Anna Dora Dorno e dell’intera Compagnia nella gestione dell’apparato scenotecnico nel suo complesso (disegno luci, impianto sonoro, musiche, video, eccetera), come sempre ben strutturato e le cui qualità risalteranno appieno quando utilizzate in un teatro