Un giardino sacro, reso attraverso segni allusivi, in un tempo sospeso. Un rituale misterioso, che diventa sonno-morte, sogno, tra veli bianchi e neri, compimento del ciclo della vita e apertura di una porta verso un’altra dimensione. Due corpi, dal vivo o in video, la forza della presenza nuda del corpo, senza orpelli, e tutti i […]Leggi tutto "“Instabili Vaganti, racconti della memoria” Massimo Marino, Corriere della sera"
27 marzo 2010 Recensione di Manuela Rubbini (Storica dell’arte)
“Condensare il dramma dell’esistenza dell’uomo in gesti, suoni e movimenti essenziali; una danza tribale che vuole preservare il ricordo del passato e ricordare che sarà sempre così anche per i secoli a venire. I lutti ci saranno sempre, i drammi anche, fino a lasciare quel gesto d’amore senza frutto che é forse solo un ricordo […]Leggi tutto "Recensione di Manuela Rubbini (Storica dell’arte)"
1 febbraio 2011 Articolo di Gentile da Urbino, Zero 51 Bologna
“Memini ergo sum” ma per continuare a vivere talvolta bisogna fare a pugni con la propria memoria. E in codesti casi volano gli stracci. La compagnia Instabili Vaganti affronta il paradosso del ricordo il cui accrescimento è spia dell’avanzamento progressivo della morte . […] Il rito è cercato ed esaltato e ha la forma di […]Leggi tutto "Articolo di Gentile da Urbino, Zero 51 Bologna"