THE GLOBAL CITY
Ricordi metropolitani
Alla Sala Mercato di Genova, struttura decentrata del Teatro Nazionale del capoluogo ligure, sfavillante debutto italiano di Instabili Vaganti in scena con una performance corale e trasversalmente inclusiva di più generi artistici.
In un piovoso mercoledì sera autunnale che ben rappresentava l’avviso dell’inverno imminente, ha debuttato The Global City, un lavoro sbocciato da una serie di viaggi e residenze teatrali in vari luoghi del mondo da parte di Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola – regista/performer lei e drammaturgo/performer lui – ancora alla ricerca di Stracci della Memoria (un precedente progetto internazionale conclusosi dopo oltre una decade di indagine che ha conosciuto e sperimentato riti e tradizioni di differenti popoli, condensati in seguito in una sintesi performativa intitolata Il rito).
Insieme al duo Dorno/Pianzola – tra i maggiori artisti del teatro di ricerca contemporaneo a livello internazionale – sono saliti sul palco alcuni allievi degli abituali workshop tenuti dalla coppia per insegnare un preciso metodo di ricerca performativa. Una vera sfida – come ha riferito lo stesso Nicola Pianzola nell’intervista rilasciata alcuni giorni precedenti la prima nazionale – quella di coordinare un gruppo di performer eterogeneo per nazionalità, lingua ed esperienze artistiche.
L’esperimento, al quale ha creduto e dato sostegno la stessa direzione del Teatro Nazionale di Genova e che è stato premiato dal bando Per chi crea del Mibac, gestito da SIAE, ha soddisfatto sia le aspettative della estemporanea compagnia teatrale che del pubblico che riempiva il teatro e si contendeva i posti in prima fila al calar delle luci in sala.
La composizione drammaturgica, dove Nicola Pianzola rimane l’attore protagonista nei suoi poliedrici personaggi e nelle multiformi prestazioni corporee sempre convincenti, è formulata attraverso differenti episodi che raccontano alcune megalopoli mondiali, ognuna con le proprie peculiarità e idiosincrasie. L’uso di linguaggi multimediali trasversali – video, sonoro e light design – è un’esplosione di colori che si scambiano tra loro in piena armonia per i sensi degli spettatori e per quella che appare la volontà artistica della regista.
Tra le prestazioni individuali dei membri del coro, a cornice delle scene principali, alcuni emergono senza sforzo, altri rimangono meno in evidenza, ma bene si comprende che di ognuno si sono stimolate le migliori abilità performative. Un coro di performer molto giovani e variegati, con grandi opportunità di crescita artistica personale, orgoglio di Instabili Vaganti per essere riusciti a far rientrare un progetto formativo completo e complesso dentro un singolo workshop e a portarlo in scena in un ex Stabile italiano della valenza del Teatro Nazionale di Genova.
Anna Dora Dorno che, all’anteprima nazionale al Teatro delle Donne in provincia di Firenze, aveva il ruolo solo di voce fuori campo, si integra quasi totalmente sul palco, con funzioni differenti suddivise tra narrazione, canto e numerose azioni fisiche. Il suo timbro vocale è sempre caldo e avvolgente.
Uno spettacolo che attraversa vari generi sonori e visivi ma, a lunghi tratti, ricorda i musical di Broadway, percezione influenzata anche dai pattini a rotelle di una tra le giovani performer che rimandano immediatamente all’atmosfera della serie televisiva statunitense, Happy Days, o alle esibizioni delle cheerleader.
Performance vibrante e allegra, nonostante restituisca anche ricordi di oppressione e violenza. Esperimento andato a segno grazie al determinato impegno e sforzo di tutti -Instabili Vaganti e coro – nonostante il breve tempo a disposizione per il nuovo allestimento performativo (con l’assegnazione del bando Mibac a poche settimane dal debutto, che ha dato però l’occasione per proporre una versione più ampia con la partecipazione di ben undici performer in scena)