Recensione di Claudio Bacillieri , Paesaggio dell’anima, Radio Emilia Romagna

11 settembre 2010

Lo spettacolo si chiama “Lenz – La scimmia di Goethe” ed è un affresco sulla follia come espressione poetica.
Il folle in questione è lo scrittore romantico tedesco Lenz, protagonista di un racconto incompiuto del 1836 del drammaturgo Georg Büchner, morto poco più che ventenne ma non prima di lasciarci questo testo vertiginoso su un’anima che sentiva affine. Il Lenz di Büchner è, infatti, più che un folle, il portatore di un dolore universale cui non si sfugge, e che si rivela nella furia della natura come nei più profondi sentimenti umani. Sentite la delicatezza, la sensibilità romantica di questo brano del giovane compositore bolognese Andrea Vanzo, che firma le musiche di scena del “Lenz”. C’è una malinconia lieve che si muove, dentro pacate stanze Biedermeier, tra disincanto (gli dei sono fuggiti) e re-incantamento (le illusioni del cuore?). La musica di Andrea Vanzo accoglie l’alternarsi di voce e canto su una scena buia di pochi elementi, dove s’intravede una farfalla metallica le cui scaglie sono forse le ali di un angelo troppo pesante per spiccare il volo, mentre Lenz si muove lieve e sognante tra i suoi paesaggi d’angoscia: malato sì, ma come un artista che sente la natura, e sa scrutare l’umano e dialogare con il divino.