The Flaneur

2 agosto 2014

Made in Ilva: scandalo italiano e teatro sperimentale.

[…] La performance si è sviluppata come combinazione di azioni fisiche ripetute, così come è per gli operai nel loro lavoro quotidiano. I suoni diventano ritmi ossessivi […] l’operaio solitario tenta di rompere la monotonia della sua vita – ma non c’è scampo.
[…] Pianzola è di fronte alla parete di fondo, seduto sopra una struttura metallica di 150 cm a quattro gambe. L’attrezzatura scenica, per la maggior parte della potente performance, sarà rappresentata solo da questa struttura metallica. In seguito sarà introdotta una maschera da saldatore, la quale assume uno status iconico-simbolico all’interno di una cornice in cui gli operai sanno che non c’è per loro un impiego alternativo […].
Il corpo [di Pianzola] si contorce tra le sbarre della struttura metallica, e diventa la fabbrica, un piedistallo, la possente posizione eretta dell’operaio, un nido d’uccello che guarda al futuro, un carrello.
Il performer parla del suo corpo mutilato e del suo lavoro che inizia di buon ora. Attraversa il palco dirigendosi verso la “fabbrica” e poi retrocede, ancora e ancora.
Qualcosa di potente e di sgradevole viene descritto e il pubblico ne resta assorbito per tutta la durata dello spettacolo. Pianzola è, sul palco, una presenza viscerale. […]