Recensione di Umberto Rossi per Cinema e Teatro

10 Ottobre 2019

The Global City

Nicola Pianzola e Anna Dora Dorno sono l’anima della compagnia Instabili Vaganti da loro fondata nel 2004. In The Global City hanno riunito (lui drammaturgo, lei regista) le loro esperienze in giro per il mondo, da Città del Messico a Calcutta, da Montevideo a Buenos Aires, da Shanghai a Seul, dal Sud America al Giappone.

La loro fonte d’ispirazione è, in primo luogo, il libro Le città invisibili di Italo Calvino nel senso che in ogni agglomerato urbano, moderno o antiquato che sia, scorgono un nucleo di contraddizioni il cui risultato è, sempre, l’umiliazione e l’oppressione degli ultimi. Sono i più poveri, gli emarginati, coloro che cercano di modificare il reale a pagar i prezzi più alti dell’oppressione di classe. È uno spettacolo in cui una consumata abilità nella danza si sposa con una forte maestria affabulativa dando vita a una proposta quantomai stimolante. La scena è molto semplice e gli ingredienti utilizzati da regista e autore riescono a realizzare lo spostamento di luoghi in modo fluido. La definizione di teatro – danza in questo caso appare riduttiva e avvilisce la complessità di una proposta che mira a coinvolgere e turbare lo spettatore costringendolo a assumersi la responsabilità di un ordine ingiusto che avanza anche in suo nome e con la sua (involontaria) complicità.