Recensione di Tessa Granato per Fermata Spettacolo

12 novembre 2018

Tra performance e rito

[…] Il Canto dell’Assenza è il primo studio della parte finale (sembra un gioco di parole) del lungo progetto Stracci della Memoria, una trilogia ispirata al ricordo come genesi, sogno, morire, rinascita. La poetica della Compagnia unisce la danza al verbo, al gesto liberatorio, insieme a un uso dei nuovi media – che, forse, è ormai un po’ usurato.
In questo frammento di rappresentazione si è esplorato il lutto e la sua rielaborazione, in una performance semplice ma carica di simboli e spunti significativi, in cui un uomo e una donna vivono lo spazio con gesti, canti, parole dolorose, nel tentativo di accogliere l’idea della fine.
Ma se il video proiettato sullo sfondo quasi toglie potenza a ciò che avviene on stage, le voci degli interpreti non risuonano e vibrano come ci si aspetterebbe. L’impatto generale suscita insieme un sentimento di interesse e incertezza e la performance, che assomiglia a un rito di superamento della morte, riesce a proiettare in una dimensione tra l’impalpabile, il claustrofobico, il rassicurante. Un agglomerato di sensazioni dove positivo e negativo cercano di equilibrarsi.