Recensione di Chiara Marsilli per Qui Trans Mare Currunt

15 febbraio 2014

L’Eremita contemporaneo – MADE IN ILVA – Instabili vaganti

Uno spettacolo forte, dal ritmo impeccabile. Una partitura fisica e vocale travolgente. Una felice intuizione: la condizione di lontananza, separatezza dal mondo che una volta apparteneva a pochi spiriti eletti, quel doloroso e consapevole distacco dalla vita, oggi è dote non voluta di chi lavora in fabbrica. La scena è spoglia e incisiva, abitata solo da un nastro trasportatore, una scala in ferro e dalle bellissime luci che ritagliano con nitidezza il corpo affaticato dell’attore. Il valore della materialità più terrena, l’enfasi sui muscoli tesi fino allo spasimo regalano intensi frame, una fotografia studiatissima che tocca il suo apice con la vestizione finale. Annichiliti sogni, vita, dignità, eliminata infine anche la memoria dei colleghi morti e il diritto alla verità, l’uomo ormai compiutamente operaio perde anche la propria identità individuale, e mostra il suo viso definitivamente chiuso dentro una maschera da saldatore. Violento e bellissimo.