Bologna, PerformAzioni 2019: il festival si volge al futuro con il progetto La città globale
PerformAzioni 2019, il festival bolognese dedicato all’arte teatrale, rivolto al futuro con il nascente progetto La città globale.
Bologna, il festival PerformAzioni 2019 non tradisce le attese
L’ottava edizione della manifestazione PerformAzioni, ideata nel 2011 dalla compagnia Instabili Vaganti, non tradisce il suo livello qualitativo e regala al pubblico ospiti d’eccezione e workshops di alta formazione.
PerformAzioni International Workshop Festival, il festival che si è svolto a Bologna dal 17 maggio al 6 giugno 2019 ed è stato realizzato in collaborazione con LabOratorio San Filippo Neri e
Das – Dispositivo Arti Sperimentali, è stato il culmine riepilogativo del lavoro lungo tredici anni di Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola, co-fondatori e attori della compagnia teatrale Instabili Vaganti, sul loro progetto internazionale di ricerca e formazione nelle arti performative Stracci della memoria.
Dalla ricerca, e per dare maggiore respiro al progetto stesso, nasce anche un libro con lo stesso titolo, dove sono raccolti i momenti più salienti del percorso artistico dei due attori-drammaturghi, ricco di riconoscimenti, nei tanti luoghi attraversati nel mondo e con innumerevoli artisti che hanno lavorato finora sia in Italia che all’estero.
Dalla conclusione del progetto sulla memoria, e prendendo spunto proprio da questo, è nato e sta prendendo forma La città globale, preludio che ha portato in scena, come esito finale del workshop di massa del 30 maggio, Megalopolis#Bologna, in omaggio alla città-sede di lavoro dei due apprezzati performer.
Stracci della memoria è un lungo viaggio nato nel 2006 e focalizzato sulla ricerca non solo di un linguaggio proprio del duo allora appena originato, ma di indagine per scoprire verità individuali e contemporaneamente universali più profonde, valide per tutti.
Il Rito è l’opera che sintetizza il percorso pluriennale di ricerca di Instabili Vaganti
Ecco che la sintesi di questi anni di lavoro si risolve nell’opera Il rito, una produzione di Instabili Vaganti, che mette al centro del messaggio la vita e la morte, l’uomo e la donna, la ricerca antropologica mista alla sperimentazione artistica di linguaggi del corpo e della voce come output verso gli spettatori.
Con le musiche live di Riccardo Nanni, Il rito è andato in scena il 5 giugno scorso all’Oratorio di San Filippo Neri, nel centro di Bologna, un capolavoro dell’arte sacra barocca, site-specific inimmaginabile e sorprendente, dall’atmosfera spirituale e rarefatta, congeniale al tema del componimento in scena, in special modo al rapporto con la morte ma anche per l’architettura ricca di balconcini e tribunette da dove gli attori possono comparire o svanire silenziosamente.
La performance di Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola è fondata sulla multimedialità e la multi-sensorialità, linguaggio sintetico e ipnotico, nenie primigenie e colori potenti, bianco, nero e rosso per la vita, la morte e la passione, elementi fondanti dell’esistenza umana.
Il lavoro nasce e si stratifica viaggiando tra India, Messico, Corea del Sud, Polonia, Cina attraverso progetti di scambio con attori e drammaturghi dei luoghi visitati, o anche ospitati in Italia nelle precedenti edizioni del festival bolognese, che hanno messo a confrontando le più svariate forme di espressione artistica e i differenti approcci alla vita e alla morte di differenti popoli.
Tra gli ospiti d’eccezione a PerformAzioni 2019 l’incontro-spettacolo partecipatissimo, il 31 maggio, del drammaturgo franco- uruguayano Sergio Blanco I fiori del male o la celebrazione della violenza, in prima nazionale, che indaga le tematiche della bellezza poetica della violenza letteraria e l’auto-finzione.
Sergio Blanco è considerato una vera e propria rivelazione tra i drammaturghi contemporanei, autore e regista che ampiamente esplora e porta in scena la violenza-bellezza, sentimento seduttivo e intrinseco proprio dell’essere umano.
Accanto a lui, e a sostegno della sua drammaturgia e delle sue tesi-indagini, Angelo Savelli, traduttore di alcuni suoi testi e fondatore della compagnia teatrale Pupi e Fresedde e Enrico Piergiacomi, studioso di filosofia antica e di teatro e specialista del pensiero teologico antico e delle sue ricadute morali, che ha intrattenuto il pubblico per un’analisi approfondita a seguito del convegno- spettacolo dell’artista uruguayano.
Alla domanda posta a Sergio Blanco, su cosa lo attragga della violenza, egli afferma che scrivere di violenza lo interessa molto perché è uno degli aspetti che ci rendono esseri umani.
La violenza è in noi, è parte di tutti noi e lui è molto interessato a parlare di tutto ciò che abita l’animo umano. Nella vita reale non ama la violenza, la respinge completamente e considera la letteratura, straripante di istinto violento, un luogo dove poterla esplorare in libertà, oltre poi a portarla in scena.
Workshop di teatro fisico e accademico con Paul Allain e Gerardo Guccini
L’obiettivo principale di PerformAzioni International Workshop Festival è però mettere sempre a confronto la ricerca sul il teatro fisico e il teatro accademico e la rassegna è terminata con una giornata, venerdì 6 giugno, dedicata al convegno internazionale Formazione è ricerca al quale hanno presieduto Paul Allain, docente di teatro all’università del Kent in Gran Bretagna e Gerardo Guccini, suo corrispondente all’università di Bologna, con la moderazione della giornalista e critica teatrale Simona Maria Frigerio.
Le differenze, reali e oggettive, sui due tipi di insegnamento tendono a essere anche una sorta di parodia su entrambi i popoli: se da un lato gli italiani risultano dei teatranti anche nella vita di tutti giorni, le accademie e i corsi di teatro nostrani risultano troppo teorici; per contro, in madrepatria, i britannici, stereotipati come ligi al dovere, educati e attenti alla forma, hanno corsi accademici molto più fisicamente pratici: sarà uno sfogo per addolcire la rigidità imposta dal protocollo monarchico?
Scherzi a parte, l’incontro ha dato molti spunti di riflessione anche sugli scambi inter-universitari che ricorrono tra i due istituti e che potrebbero venire meno da una possibile attuazione della Brexit, sulla quale Paul Allain si è pronunciato dichiarandola un disastro.
Al convegno è intervenuta anche Rita Maffei, attrice e regista, vice-presidente del progetto Ecole des Maitres, master internazionale di alta formazione teatrale del CSS di Udine.
A chiusura del Festival nel pomeriggio, dopo la masterclass di Paul Allain Beginning with breath, la parola è passata alle compagnie Teatro dell’Orsa, Teatro del Lemming, Teatro Akropolis e Giovanna Daddi – Dario Marconcini che hanno raccontato le loro esperienze e i loro impegnati progetti artistici passati e futuri.
La compagnia Instabili Vaganti è una realtà teatrale d’eccellenza, consolidata nel territorio bolognese, nel contesto del teatro italiano e anche oltre.
Numerosi i premi ricevuti italiani e internazionali, sia individuali dei co-fondatori che per le loro produzioni, numerose delle quali tradotte in più lingue.
All’interno del Festival PerformAzioni si dà sempre ampio spazio ai workshop di teatro fisico, il codice che più si confà all’espressione artistica di Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola, laboratori che attraggono molta adesione tra attori, principianti, amatori e studenti.
Tutti gli appuntamenti sono a partecipazione gratuita attraverso il supporto della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, della Regione Emilia Romagna e del Comune di Bologna.
E nel futuro il progetto La città globale
Ma ecco che l’ottava edizione, appena conclusa, apre il sipario su un altro fonte di spirazione, un nuovo ambito di ricerca dove già Instabili Vaganti hanno intrapreso un ulteriore viaggio tra le umanità che abitano il globo e le impressioni percepite che attraverseranno sguardo e emozioni: La città globale è già intorno a noi, multiculturale e colorata, che attende solo di essere scoperta e vissuta, non solo attraverso l’interpretazione teatrale.
Ognuno di noi è chiamato a contribuire a questa futura prospettiva di interazione con altre realtà e culture, questo ci sembra il messaggio lanciato dai due artisti, che per parte loro avranno molto da riportare dalle lontane terre che percorreranno.
L’appuntamento è già fissato per la prossima nona edizione che, attraverso le periferie del mondo e le megalopoli, porterà a Bologna una nuova ondata di straordinari artisti insieme alle loro storie da raccontare.