“Instabili Vaganti, racconti della memoria” Massimo Marino, Corriere della sera

17 febbraio 2011

Un giardino sacro, reso attraverso segni allusivi, in un tempo sospeso. Un rituale misterioso, che diventa sonno-morte, sogno, tra veli bianchi e neri, compimento del ciclo della vita e apertura di una porta verso un’altra dimensione. Due corpi, dal vivo o in video, la forza della presenza nuda del corpo, senza orpelli, e tutti i travestimenti degli abiti rituali ridotti a memoria. La Sofitta entra nel vivo della stagione con uno spettacolo dedicato a due giovani attori-registi che amano mescolare i codici, la presenza e la raffigurazione: la compagnia Instabili Vaganti.