Megalopolis#Messico

Open project Italia-Messico

Ideazione e direzione: Anna Dora Dorno – Nicola Pianzola | Instabili Vaganti
Artisti coinvolti nel Progetto
Performers: Paulina Alvarez, Helmar Alvarez, Omar Armella Romero, Roberto Carlos Gongora Luque, Tanya Medina.
Artisti visivi/fotografi: Luana Filippi, Giulia Iacolutti

In collaborazione con
2016 :: Centro de Gestion Escenica Tierra Independiente | Oaxaca – Messico
2012/2016:: UNAM – Università Nazionale Autonoma del Messico, Centro Cultural Universitario Tlatelolco, UVA Unidad de vinculacion artistica | Città del Messico –
2015 :: Progetto europeo CONTACT ZONES performing Arts in Urban Spaces | Roma – Italia
2015 :: Festival Spectrum – Austria
2013 :: ENAT – Escuela national de Arte Teatral | Città del Messico
2012 :: Festival Internacional Cerro de Arena | Città del Messico

Con il patrocinio di
Amnesty International Italia

“Siamo all’inizio di un nuovo ordine, nel quale non è sempre chiaro cosa possono produrre le microstorie informali che è possibile rintracciare nelle grandi città, però ci sono e cambiano la società” Saskia Sassen, Città globali

L’Open Project MEGALOPOLIS#Messico, rappresenta una tappa specifica del Progetto MEGALOPOLIS ideato dalla Compagnia e diretto nelle grandi metropoli del pianeta, che si basa sul rapporto instaurato dalla Compagnia con un paese ricco di cultura e affascinante come il Messico, al fine di indagarne aspetti artistici e antropologici e di approfondirne le problematiche sociali, causate dal processo di globalizzazione e dalla vicinanza geografica agli Stati Uniti.

Nato nel 2012 a Città del Messico con un’incursione urbana creata con gli studenti dell’Università Autonoma del Messico, nella piazza delle tre culture a Città del Messico, l’Open Project ha previsto momenti di lavoro in Messico, Italia, Austria e Uruguay.

Il percorso di ricerca è partito da un’indagine storica e sociologica sulla “Paura” creata nei cittadini dal governo e dal narco-traffico, che adottano sempre la stessa strategia del terrore: sparizioni, omicidi e detenzioni forzate, al conseguente esame della “Reazione collettiva” espressa attraverso le manifestazioni di piazza e i mezzi di comunicazione di massa.

Dal massacro del Tlatelolco, avvenuto alla vigilia delle Olimpiadi del 1968, quando l’esercito aprì il fuoco sugli studenti che stavano manifestando, uccidendo più di 300 persone, la storia ha continuato a ripetersi e rispecchiarsi in maniera quasi beffarda nel tragico evento del 26 settembre 2014, quando 43 studenti della Scuola Normal Rural di Ayotzinapa sono scoparsi mentre si recavano alle celebrazioni della notte del Tlatelolco. Le seguenti manifestazioni di massa e reazioni artistiche e performative che ne sono scaturite hanno attraversato il mondo intero attraverso i social network. Le paure da noi indagate si sono concretizzate in quei 43 volti divenuti delle icone contemporanee di questa tragedia. Da quel momento in poi il nostro lavoro di ricerca si è concentrato su quell’evento specifico e la sua forza simbolica.

Il progetto è diventato un atto politico di ribellione e partecipazione sociale per reagire attraverso l’arte e i nuovi media a quello che sta accadendo in Messico, per lottare assieme a tutti quelli che credono ancora in un idea di giustizia e verità.

All’interno del Progetto è nata una prima performance Megalopolis#43 che si è sviluppata prendendo il titolo Desaparecidos#43, uno spettacolo che rappresenta la nostra “Acción Global”, e cioè la nostra reazione artistica attraverso un’azione performativa ai fatti di Ayotzinapa. Lo spettacolo ha accolto nella sua struttura attori, danzatori e studenti messicani che, attraverso l’opera, hanno contribuito alla diffusione del messaggio: Todos Somos Ayotzinapa!

Abbiamo ideato l’hashtag #Megalopolisproject43 al fine di creare uno strumento di partecipazione attiva per il nostro progetto e la sua diffusione.